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DI GEOFILOSOFIA

Irene Ciravegna
(Italia Nostra Piemonte)

Bello, lento, gentile.
Qualche nota per la discussione sul tema educazione / formazione al paesaggio culturale


J. Ruskin, Ca' Dario, 1849

Introduzione (partiamo dall’ovvio)

Italia nostra, che si presenta come l’associazione che ha lo scopo di diffondere nel Paese la "cultura della conservazione" del paesaggio urbano e rurale, dei monumenti, del carattere ambientale delle città, ha tra i suoi interlocutori privilegiati la scuola, che è istituzionalmente delegata all’educazione dei giovani e - a volte - anche degli adulti. Ora è un fatto che il nostro paese, l’Italia, il dantesco “giardino dell’impero”, ha un enorme patrimonio di bellezze artistiche, paesaggistiche, naturali e storiche, che lo rendono unico. Un patrimonio per difendere il quale la nostra associazione è nata più di cinquant’anni fa e che è anche oggi minacciato di miope distruzione. Un patrimonio parte della nostra identità, tutelato in uno dei primi articoli della costituzione, il cui rispetto dovrebbe essere profondamente connesso con il fatto di essere italiani; un patrimonio di bellezza dunque che impegna la scuola a conoscerlo e a operare per conservarlo. La bellezza dovrebbe dunque diventare materia scolastica? Ovviamente no, la bellezza può e deve essere uno di quei valori fondanti che stanno alla base dell’impostazione delle materie curricolari, attraversandole in modo da fornire un giusto nutrimento alle giovani menti che alla scuola vengono affidate.
La scuola può fare molto in questo campo e in parte già lo fa, soprattutto quando gli insegnanti lavorano utilizzando non solo i libri di testo e lo spazio dell’aula, ma anche quello che offre il territorio. In questo modo l’apprendimento diventa non solo nozione libresca ma esperienza vissuta e quindi penetra tanto più profondamente quanto più è forte il nesso tra quello che si è studiato in classe e quanto viene esperimentato dal vivo. In questo lavoro di conoscenza e di approccio al territorio la nostra associazione ha spesso offerto nel tempo un valido supporto. I limiti più vistosi sono stati quelli della estemporaneità e della frammentarietà delle iniziative. È mancata a livello nazionale la capacità di dare seguito a questo grande lavoro di aggiornamento agli insegnanti e di ricerca effettuata dagli insegnanti stessi, in gran parte nostri attivi soci sparsi per le più varie realtà, con un’attività di stampa, di diffusione delle pubblicazioni locali, in una parola di circolazione e di registrazione dell’esperienza.

La situazione attuale e le proposte più generali

Oggi tutto questo però appartiene in gran parte al passato e necessita di un rilancio, attraverso una campagna nazionale di grande respiro, all’interno della quale va pensato un modo (qualche agile testo, un archivio consultabile sul web) per rimettere in circolo le esperienze più significative del passato e altre nuove di segno analogo, ma più calate nel momento attuale. Penso in particolare a proposte di lavoro che non si rivolgano solo alla parte cognitiva ma che suggeriscano esperienze e attività che sappiano parlare alle emozioni. Un buon inizio potrebbe essere anche un grande concorso per un nuovo logo e un motto che renda immediatamente identificabile l’associazione e i suoi scopi all’interno delle scuole. A questo proposito si impone anche uno spazio specifico del sito di Italia nostra nazionale che al momento appare alquanto sguarnito nel settore educazione.

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